Adriano Pavan sente forte il richiamo di una natura, madre rigogliosa, generatrice di eventi, di forme e di luce. La gamma cromatica di fondo, che viaggia sostanzialmente dal verde al blu, apre scenari di fitti fraseggi vegetali, quasi boschi sacri prelevati dalla classicità. In questi cova il mistero di una vita rigogliosa, entro cui prendono forma volti e corpi fanciulleschi, considerati metafore di un sogno che è in tutti gli uomini. La bellezza algida delle figure sembra poggiare unicamente sulla costruzione della luce, che è talora l’elemento scatenante di misteriose deflagrazioni di colore, come se l’esistente fosse percorso da un’energia misteriosa; questa diventa flusso continuo di segni in una tessitura di fondo, che è tesa tra zone apparentemente monocromatiche ad altre di densa combinazione di tinte e loro toni.
Enzo Santese
Novembre 2006