ADRIANO PAVAN è nato a Jesolo (Venezia) il 18 maggio 1935. Abita a San Donà di Piave e ha lo studio in via Jesolo n. 20 (tel. 0421 52705).

Partecipa a concorsi con giuria e a collettive a partire dal 1951, a soli sedici anni.

Nel 1954 allestisce la sua prima mostra personale a San Donà di Piave nei locali del Caffè Grande, unica sede per mostre d’arte della città.

Nel 1955, in occasione di una personale a Cortina d’Ampezzo, incontra e viene incoraggiato da Massimo Campigli. Nel 1956, a Milano, conosce il critico d’arte Mario Portalupi che scrive e pubblica una monografia dal titolo Adriano Pavan, pittore del Piave, edita da Bino Rebellato (1961).

Negli anni ’70, collabora alla rivista «Arterama» fondata da Mario Portalupi., con ricerche e studi sulle culture locali e su Civitas Nova Heracliana

Nel 1957 allestisce [a sua prima mostra personale milanese al Centro Artistico San Babila. Negli anni successivi, sempre a Milano, allestisce le personali nella Galleria d’Arte V.E. Barba­roux, ancora punto d’incontro dei massimi artisti italiani del tempo. Per dirla con il Portalupi, «gli incoraggiamenti, le approvazioni gli vennero anche da Carlo Carrà: l’illustre artista — parola misurata e meditata per costume, per carattere —disse i complimenti suoi ad Adriano Pavan, davanti ai paesag­gi esposti». Infatti, molto importante è stato l’incontro con Carlo Carrà che, ogni sera si recava nella Galleria Barbaroux per fare, così diceva, «quattro chiacchiere col giovane Pavan». A Milano, Adriano Pavan instaura rapporti di amicizia con diversi artisti e critici d’arte come: Portalupi, Villani, Lepore, Monteverdi, Valsecchi, Kaisserlian, Mussio, Longa, ecc.

Partecipa ai Premi San Fedele e viene selezionato con altri venti pittori a rappresentare la giovane pittura italiana in una mostra a Milano (1965).

Sempre a Milano, negli anni ’60, vince il Premio A.N.C.I., importante concorso al quale partecipavano i migliori artisti di quel tempo: Brindisi, Migneco, Russo, Dalla Zorza, Fanesi, ecc

È un momento magico per l’artista, tanto che i critici parlano «del giovane pittore più premiato d’Italia» e ogni sua mostra viene recensita con ampio spazio nei quotidiani e nelle riviste specializzate. Ai concorsi nazionali partecipa per invito. Nel 1962 incontra il pittore Bruno Fanesi, direttore dell’Arte Galle­ria di Ancona, il quale gli organizza alcune personali e lo introduce nell’ambiente artistico marchigiano.

Gallerie d’Arte come Ghelfi e San Luca di Verona, Fondaco 31 di Bari, Inquadrature di Firenze, Caver di Torino, Verrocchio di Pescara, Marsilio di Padova, Monpti di Monaco di Baviera, Barbaroux di Milano e altre ancora, lo invitano ad esporre.

Nel 1982 entra a far parte del gruppo della rivista d’arte D’Ars di Milano che gli organizza delle personali in tutta Italia. Nel 1994, a San Donato Milanese, vengono organizzate in contemporanea, sempre dalla rivista D’Ars, una serie di perso­nali di pittori ispirate ai Giardini d’Artista di Adriano Pavan, tema che l’artista andava sviluppando in quegli anni. Nell’ambito di questa iniziativa, oltre ad Adriano Pavan, esposero: Enrico Baj, Elvio Becheroni, Mary Crenshaw, Laura Pitschei­der, Gian Carlo Venuto.

Dopo più di settant’anni la ricerca artistica di Adriano Pavan continua, e i “giardini” ora si stanno lentamente popolando di dee forse, bellissime e misteriose, distaccate dalla triste realtà, immobili nella loro atmosfera di sogno. Siamo forse entrati in un momento in cui l’uomo manifesta un disperato bisogno di miti e di eroi, il desiderio di evadere dal quotidiano e di staccar­si dalla materialità delle cose per cercare sostanzialmente un po’ di respiro e l’agognata quanto sconosciuta felicità.

Il giardino degli artisti vagheggiato diventa metafora del mondo e delle emozioni, sorridendo ad una serenità faticosa­mente raggiunta.

In questi ultimi anni sono nati quadri importanti per la storia del pittore. Ha partecipato a tante mostre in tutto il mondo e allestito importanti personali e mostre antologiche, anche di duecento opere., come quella nella Villa Reale Pisani di Stra. Sono stati gli anni del “Barocco” del “Giardino degli artisti” del “Fiume ritrovato” del “Concerto campestre” e della “Fuga in Arcadia”.